Siamo abituati a vedere NFT su Ethereum o Solana ma nelle ultime settimane si parla moltissimo di NFT su Bitcoin.
Innovazione? Corruzione del progetto originale? Miglioramento? Il dibattito è aperto, vediamo di snocciolare la questione e cercare di capire se, tra le reazioni un poco eccessive di chi parla di una rivoluzione per il mondo crypto e, chi altrettanto eccessivo, invece si lamenta di un “imbastardimento” di Bitcoin, ci sia altro.
Andiamo per gradi.
Come sono arrivati gli NFT su Bitcoin?
In realtà non è la prima volta in questi anni che sono nate piattaforme per creare NFT su Bitcoin, ma in questo inizio 2023, sembra che il progetto Ordinals sia stato così dirompente da spaccare a metà le community tra chi è contro e chi è a favore.
Come funziona Ordinals?
Il protocollo Ordinals, lanciato da Casey Rodarmor a gennaio 2023, rende possibile scrivere sulla blockchain di Bitcoin immagini, video, videogames, testi e programmi, proprio come gli NFT su altre chain. Rodarmor non vuole usare il termine NFT: preferisce usare la parola “artefatti digitali” per evitare un concetto troppo abusato e inflazionato come quello di non fungible token.
Ordinals, come dicevamo prima, non è effettivamente il primo progetto di NFT su Bitcoin: già dal 2015 ad esempio esiste Counterparts ma con una sostanziale differenza tecnica. Ordinals permette di registrare l’intero contenuto degli artefatti digitali on-chain, segnando uno specifico satoshi per ogni artefatto, e tracciandolo come transazione speciale con un codice numerico indicato con numeri ordinali (da cui il nome Ordinal). Questa è la grande innovazione perché gli altri protocolli di NFT per Bitcoin in realtà non salvano l’intero file ma piuttosto un link o una referenza.
Per questo motivo Ordinals ha causato l’hype che si sente in questi giorni.
Le reazioni
Mentre scriviamo, BitMex ha calcolato già l’esistenza di 13.000 artefatti digitali Ordinals su Bitcoin a meno di un mese dal lancio del protocollo. Si tratta di un hype importante che fa sperare sia per il mondo degli NFT, che sperano in un effetto traino indipendentemente dalla blockchain di riferimento, e sia per gli amanti del Bitcoin che vedono in Ordinals un’implementazione che potrebbe sostenere un ulteriore trend rialzista.
Come dicevamo prima però non sono tutti contenti: per molti puristi del Bitcoin, Ordinals è un imbastardimento del progetto Bitcoin. Per molti infatti Bitcoin deve rimanere (o diventare) un metodo di pagamento universale, la moneta del popolo decentralizzata, utilizzata per i pagamenti tra cittadini e come investimento alternativo che non ingrassa le elite già esistenti. Con gli NFT ci sono infatti delle conseguenze particolari: prima di tutto l’arrivo di transazioni sulla blockchain molto pesanti in termini di dati, che aumentano le fee di Bitcoin e quindi ostacolano l’utilizzo agevole come metodo di pagamento. Questa caratteristica in realtà può essere usata proprio come “arma” contro Bitcoin, perché che sia con intento di trolling o di ostacolarne l’utilizzo, si può usare Ordinals per registrare grandi quantità di transazioni arbitrarie con un effetto deleterio sulle fee e quindi sull’utilizzo di BTC. Inoltre, gli artefatti digitali possono essere usati per immagini di contenuto offensivo o pornografico.
C’è da notare che sia il problema delle transazioni pesanti per “trolling” sia il porno, sono già accaduti nello spazio di poche settimane e questo agita la community di Bitcoin perché ventila uno spettro che è il più temuto dai “filosofi di Bitcoin”: la necessità di interventi umani di “moderazione”.
Bitcoin nasce per essere decentralizzata ed automatizzata, creare protocolli che ne ostacolino questi passaggi è contro la natura stessa di BTC.
Insomma, chi ha ragione?
Bitcoin ha sicuramente abbastanza anticorpi per non trovarsi in problemi seri a causa degli NFT, quindi le reazioni dei puristi, seppur giustificate dal punto di vista “ideologico” probabilmente difficilmente causeranno quelle conseguenze estreme temute.
Certamente è anche vero l’opposto: gli Ordinals non servono ad avvicinarci all’obiettivo originario di Satoshi Nakamoto e probabilmente nella pratica causano qualche intoppo.
Tuttavia, in un periodo che cerca di riprendersi da un periodo di ribassi, crolli, fallimenti e frodi nel mondo crypto, vedere un progetto che accende dibattiti, stimola la creatività ed incentiva le transazioni è sicuramente interessante e dimostra che c’è ancora tanta voglia di crypto e che ben vengano implementazioni che ne aumentino l’utilizzo.