Abbiamo tutti sentito le storie nel 2017, piccoli importi sono diventati enormi, profitti 10x in settimane, tutto questo poi quasi sempre seguito da “ho perso tutto”. Questa è la psiche umana, l’avidità ti deruba.
Come combatterla e imparare a uscire in profitto senza lasciare troppo sul tavolo?
Innanzitutto partiamo da un punto molto importante:
Disclaimer: non è una consulenza finanziaria né di investimento. Solo tu sei responsabile di tutte le decisioni relative al capitale che prendi e solo tu sei responsabile dei risultati.
Avidità: è tutto negativo?
Spesso consideriamo l’avidità come un tratto negativo, questo deriva da principi di vita più ampi in cui l’avidità e l’accaparramento sono di fatto un tratto negativo della personalità, ma questo è applicabile ai mercati? Non proprio.
Una delle citazioni più popolari sugli investimenti, di Warren Buffett, afferma: “Sii avido quando gli altri sono timorosi e timoroso quando gli altri sono avidi”.
C’è infatti un tempo per l’avidità, quel tempo è all’inizio di un nuovo ciclo quando il gregge non è ancora arrivato. Essere troppo conservatori nei target può essere dannoso quanto impostare target troppo in grande, c’è una linea sottile da percorrere per trovare l’equilibrio tra: non troppo grande da potermi rompere e abbastanza grande da fare un cambiamento.
Questo è un mercato nuovo e un’opportunità unica secondo noi, non capita due volte nella vita.
Dove sta il problema? La psiche umana è strutturata per proteggerti nei momenti di pericolo e un mercato in calo innesca questa risposta naturale in cerca di un riparo. Quello che spesso finisce per succedere è che un mercato in calo scatena il panico, come abbiamo visto a settembre di quest’anno, quando il mercato ha corretto dopo una grande salita estiva. Molti l’hanno definito “il top”, temevano di tenere e vendevano, poco sapevano che stavano vendendo il fondo.
Noi siamo andati contro l’impulso umano di panico e abbiamo mantenuto un processo di pensiero razionale, vedendo quel panico come un’opportunità che ha portato a profitti molto interessanti nei mesi successivi.
Ora l’altro lato. I mercati si stanno riprendendo e i partecipanti stanno diventando avidi, questo significa che dovremmo diventare timorosi e iniziare a vendere? Questo è il momento in cui capire il tipo di partecipanti al mercato con cui si fa trading diventa utile.
Tipo 1: denaro intelligente
Questi sono investitori che hanno una tesi sul mercato, una tesi sul perché certi beni sono sottovalutati. Questo viene da anni di esperienza e da molte ricerche. Questo dà loro la convinzione e la fiducia di comprare mentre altri sono nel panico e tenere cosi durante i periodi noiosi del mercati, durante le oscillazioni.
Prendete Paul Tudor Jones o Microstrategy come esempio; mentre i mercati erano in stallo, correggendo con un pubblico indeciso, loro compravano.
Tipo 2: denaro mezzo furbo
Questi sono investitori che iniziano a soffrire di FOMO , dopo piccole inclinazioni di prezzo. Si mettono subito al lavoro, fanno ricerche e sviluppano una convinzione sul ciclo. Impostano le loro zone di acquisto in aree importanti, i loro profitti sono più bassi degli “Smart Money” ma rimangono comunque parecchio redditizi.
Tipo 3: Dumb Money
I Dumb money sono i FOMOers tardivi che non entrano mai strategicamente con limit orders ma usano sempre ordini di mercato, spingendo cosi i mercati più in alto. Creano la più alta percentuale (%) di rally e anche se in buon profitto, a causa della loro avidità non prelevano.
Se dovessimo illustrare le fasi del ciclo 2016, questo è quello che sembrerebbe.

Naturalmente, ogni fase è diversa: più tardi viene investito il capitale (in ogni fase), meno intelligente è il denaro. I meno intelligenti nel 2017 sono stati quelli aprono mutui utilizzando le loro case come edge per comprare un Bitcoin da 15.000-17.000 dollari (soldi di cui non potevano permettersi di perdere nemmeno il 10%).
Definire il TOP
Uscire dal top esatto è un mito, nessuno è stato continuamente in grado di uscire al top, ma molti sono stati in grado di uscire in grande profitto.
Un trend rialzista è fatto di due componenti essenziali:
- Alti e bassi più alti
- Volume crescente
Quindi quando si ferma la musica?
I prezzi salgono fino a quando dall’altra parte qualcun altro è disposto a comprare quel bene, quando si passa attraverso tutti i partecipanti dai soldi intelligenti a quelli stupidi il mercato raggiunge un punto di svolta in cui non ci sono più acquirenti. Anche questo funge da strumento per capire a che punto del ciclo ci troviamo.